Public Speaking: molti trascurano la cosa più importante … - Karakter Coaching School

Public Speaking: molti trascurano la cosa più importante …

Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti sulle paure più diffuse, la paura di parlare in pubblico è risultata essere tra le prime cinque e precede addirittura la paura di morire. Quando partecipai ad uno speech di un famoso formatore Richard Bandler, inventore della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), questi commentò:

“Ciò significa che se fossimo ora ad un funerale, la maggior parte di noi preferirebbe essere quello nella bara piuttosto che stare sull’altare a parlare.”

Ci risi e in quel momento mi sembrava esagerato ma la verità è che non appena ci alziamo dalla sedia per andare a parlare in pubblico il nostro cuore inizia a battere più veloce, sudiamo freddo e ci manca la salivazione. Come quando, ad esempio, dobbiamo affrontare un esame universitario e vediamo tutto nero, tanto che non ci ricordiamo più nulla di ciò che abbiamo studiato.

Quando sostenni la tesi, durante i miei anni di master e all’inizio del mio percorso come coach, accadeva anche a me.  In tutti i corsi di public speaking che frequentavo avrei preferito sparire piuttosto che mettermi davanti a tutti a parlare. Ero talmente preoccupata di come apparivo, di ciò che gli altri pensavano di me e di fare figuracce, da perdere di vista quello che poi ho scoperto essere la cosa più importante.

Per gestire infatti questa ansia da prestazione, parlavo più velocemente sperando di finire prima possibile e imparavo i discorsi a memoria. Questo da una parte mi aiutava ad essere più sicura ma dall’altro mi faceva perdere tanto nella comunicazione, in particolare nella relazione con il pubblico.

Quindi risultavo essere brava, preparata, sicura ma poco coinvolgente e fredda. Questo era il feedback che mi portavo a casa tutte le volte.

Durante uno dei miei ultimi speech, mentre preparavo il mio discorso e le slide della presentazione, ebbi un’illuminazione che poi mi aiutò nel resto del mio percorso, tanto da decidere di diventare formatrice e di fare corsi proprio sul public speaking, per aiutare le persone ad essere carismatiche e a trovare il loro stile unico comunicativo.

Mi feci una domanda, che da allora mi faccio ogni volta che preparo un intervento in pubblico.

“Come voglio farli sentire?”

E in quel momento capii che non ero più io al centro dell’attenzione degli altri ma era il pubblico al centro della mia attenzione. La persona più importante in quella stanza e in quel momento non ero più io ma loro.

Il pubblico vuole essere coinvolto, abbracciato, coccolato dal comunicatore. E per far questo le emozioni non vanno bloccate ma fatte circolare tra il comunicatore e il pubblico instaurando un flusso energetico positivo.

Io bloccavo tutto per non sentire la paura e facendo questo non trasmettevo nulla. La paura è un’emozione positiva che non va bloccata ma accettata e trasformata in energia. Il primo passo per fare questo è rassicurarla del fatto che il pubblico non è una minaccia ma è fatto di esseri umani che hanno la stessa paura che abbiamo noi e che hanno solo bisogno di emozioni, di immedesimarsi nel comunicatore e di vedere che qualcuno come loro ci ha provato e ce l’ha fatta. La verità è che il primo pubblico più severo che dobbiamo convincere è dentro di noi, è il nostro stesso sguardo.

Ci sono quindi due momenti fondamentali nel Public Speaking che a me piace definire: una fase di back office e una di front office. La seconda è la manifestazione di fronte al pubblico di quanto bene o male ho lavorato nella prima.

Nel back office c’è:

• la preparazione tecnica, lo studio dell’argomento

• i materiali (slide, cancelleria, etc.) e i supporti tecnologici che mi servono

• la scelta della location e il sopralluogo

• la preparazione dello stato emotivo e della comunicazione

Ed è proprio sull’ultimo punto che molti cadono e che trascurano.

Si pensa che parlare in pubblico significhi essere competenti della materia ma questa è solo la base di partenza su cui costruire l’impalcatura comunicativa. La riuscita di un buono speech infatti non dipende dalla conoscenza dell’argomento, almeno non solo, ma soprattutto da come lo si racconta perché le persone non si ricordano quello che hai detto ma come le hai fatte sentire.

Un passo fondamentale è allenare la propria comunicazione e il proprio stato emotivo:

1 Quali sono le tecniche che mi permettono di avere uno stato emotivo utile per fare uno speech eccellente?

2 Come avere una comunicazione carismatica e coinvolgente?

Ti invito a partecipare al nostro corso di Public Speaking per avere le migliori strategie in questo campo.

Alessandra Abbattista – General Manager – Life&Career Coach

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