Sempre e nonostante tutto possiamo decidere. Non possiamo controllare l’esterno, ciò che accade là fuori, ma possiamo decidere cosa fare di ciò che accade qui dentro. Il qui dentro è il nostro animo, cuore o mente, che dir si voglia. Nei brutali eventi terroristici in Francia, un cartello su tutti spiccò e riportava la scritta “Non avrete il mio odio”.
Non possiamo controllare gli eventi, ma possiamo fare qualcosa con gli eventi: interpretarli, capirli, farne esperienza e decidere come agire di conseguenza. Abbiamo ampi margini di controllo sul senso che diamo alle cose, più che sulle cose in sè. Queste ultime accadono, le seconde le facciamo accadere noi. Tanti anni fa, in uno dei primi master in PNL che feci, il grande Richard Bandler a Roma, davanti ad una platea immensa di persone che come me stavano imparando che la vita può essere diversa da quella che pensavi dovesse predestinatamente essere, disse “la vita non è quello che vorresti, è quello che è, ma da quando accetti questo puoi cominciare a lavorarci sopra per renderla quello che vorresti”.
Su cosa lavorare? Su di noi e in particolare su come pensiamo, sull’interpretazione che diamo alle cose. Sempre per citare Bandler “Non sarà determinante per la tua vita cosa ti accade, quanto cosa farai tu con ciò che ti accade”.
Questo approccio, alla base del coaching, è ciò che trasforma una vita reattiva in una vita proattiva. Da qui può ripartire ogni rinascita, ci si può reinventare, creare nuove possibilità, creare nuovi scenari da vivere.
“Puoi decidere cosa seminare, ma sarai poi costretto a raccogliere ciò che hai seminato”, questo un punto cardine di ogni esistenza consapevole.