Non possiamo controllare gli altri – entrargli nella testa e sapere cosa pensano, o nel cuore e costringerli ad amarci – ma possiamo sempre scegliere come affrontare le cose, anche un rifiuto o una delusione. Dipende in gran parte da noi. Staremo male, sì: questo non vuol dire non provare dolore, anzi il dolore può essere utile perché ci aiuta a crescere e ad imparare. Finito un tempo fisiologico e naturale di smaltimento, poi dobbiamo fare qualcosa per aiutarci: è questa la nostra responsabilità.
La responsabilità di scegliere come vivere.
La responsabilità di essere felici e di stare bene, con noi stessi prima di tutto. E questo nessuno può impedircelo, solo noi possiamo.
Ci possono fare male, è vero, ma scegliere che, anche a distanza di tempo, quella ferita nel cuore ci faccia ancora male non dipende più da chi ce l’ha fatta.
Dipende dal fatto che ci continuiamo a pensare durante il processo di cicatrizzazione e, ogni volta che lo facciamo, stiamo scegliendo di togliere la crosta prima che la pelle sotto si sia rimarginata.
Invece di pensare a noi, al nostro benessere, a ciò che ci fa stare bene, ci focalizziamo sull’esterno, sull’altro che ci ha ferito e sul torto subito e così non stiamo curando affatto quella ferita.
La pelle si sarà completamente rimarginata quando avrai dato un nuovo significato a quell’esperienza, quando avrai tratto l’insegnamento che ti serve per evolverti e quando avrai compreso.
A quel punto non sarai “guarito” o “guarita” perché non ci pensi più ma perché, anche se ci penserai, non ti farà più male.
Alessandra Abbattista – General Manager – Life e Career Coach