Donne e Coaching - Karakter Coaching School

Donne e Coaching

Per molti anni ho vissuto il mio presente nella condizione di essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Soprattutto, da quando ho avuto il mio primo figlio (Antonio 21 anni, poi è arrivata Arianna 15 anni), la mia testa funzionava così: quando ero al lavoro non vedevo l’ora di tornare a casa perché avevo la sensazione di perdermi qualcosa e quando ero a casa con i miei figli mi sentivo in colpa perché non stavo facendo il mio dovere da libero professionista e da capo di un team di collaboratori da istruire e stimolare.

Insomma un bel casino…

Se ripenso ora a quel lungo periodo, non posso che non chiedermi a quante cose mi sia persa e di quanta ansia mi sia caricata, non vivendo mai a pieno il presente ed essendo sempre con i pensieri altrove.

La cosa meravigliosa di essere Coach è che ho smesso di farmi domande su come avrebbe potuto essere (che tanto non posso cambiare) e ho imparato a dedicare le mie energie nel trarre qualcosa di buono dalle mie esperienze all’altezza delle mie capacità, nel creare delle nuove opportunità per me e per chi si trova a vivere la mia situazione di “donna in carriera”.

La società in cui viviamo ha un’alta aspettativa di performance da parte dell’universo femminile:

le giovani fanciulle devono essere brave a scuola e possibilmente aiutare in casa, le giovani donne invece, devono diventare eccellenti lavoratrici per avere l’opportunità di una carriera, senza trascurare però il bisogno e il desiderio di crearsi una famiglia, infine, le donne devono essere sempre in forma, ben vestite, truccate e pettinate, fare il doppio di fatica dei colleghi maschi per emergere a lavoro, essere delle brave mogli, amanti quando serve, madri presenti e coerenti (è l’esempio che conta, non le parole), possibilmente cuoche e brave massaie, organizzatrici di serate in compagnia, amiche di amici e confidenti empatiche al bisogno…

La donna deve avere tutte queste caratteristiche e per gestirle diventa un giocoliere che maneggia una decina di palloni da basket belli pesanti con una mano sola!

Senza contare che, durante tutto questo, gli anni passano, il fisico fatica a mantenere il tono muscolare, i figli diventano adolescenti e sembrano diventare estranei in casa propria (figli piccoli, problemi piccoli…). Non dimentichiamoci anche che si va incontro al percorso di accettazione dove “è giusto che le cose vadano così” (meglio ribelli e autonomi che mammoni!) e che emerge la necessità di ristabilire un rapporto con il proprio partner che tutto ad un tratto torna ad essere un fidanzato (i figli non escono più con mamma e papà) e magari gli ormoni iniziano a diventare schegge impazzite fuori controllo con conseguenti incredibili sbalzi di umore e di p..!

Così una pensa che Wonder Woman non è più il suo ruolo e decide di intraprendere un percorso di miglioramento “fuori dagli schemi” per fare chiarezza nel suo lavoro e nella sua vita cercando di capire come mai l’energia è a zero e come fare per ridare slancio alla passione lavorativa che sembra essersi mummificata, così come il suo cervello.

“Accetta che gli anni passano”, dice qualcuno…. NO, NON LO ACCETTO!

Cosa succede? Che ci si iscrive ad una scuola di coaching per essere più performante come commercialista e si ritrova alla fine:

1.       ad avere completamente stravolto la propria vita personale e professionale (sono Coach, Formatrice e sono Felice!);

2.       ad aver compreso la propria vocazione ed il proprio talento, che pensavo di non avere (tutti hanno un talento… basta cercarlo!);

3.       ad avere avuto tanto coraggio nell’affrontare la PAURA di scegliere cosa PIACE e non cosa si DEVE, anche se questo ha comportato e sta comportando difficoltà che, se non fossi coach, non riuscirei mai a superare;

4.       ad avere obiettivi chiari di cosa voglio e mi piace fare, di cosa voglio diventare e come fare per realizzare i miei sogni;

5.       a contrastare tante CONVINZIONI LIMITANTI E DEPOTENZIANTI che per tanti anni hanno condizionato scelte e decisioni;

6.       ad aver incrementato la propria autostima perché profondamente convinta di avere sempre più capacità da coltivare e far sbocciare;

7.       a voler condividere con più persone possibili questo “miracolo”, ovvero io schiva e taciturna da una vita, oggi mi sto esponendo con un SORRISO stampato in faccia (così voglio essere), per poter dare testimonianza concreta che essere felici (è atteggiamento alla vita non una meta da raggiungere) non deriva da una luce caduta dal cielo, ma deriva da un percorso di conoscenza, introspezione, coraggio e umiltà, tanta umiltà nel mettersi in gioco e superare un po’ alla volta i nostri limiti.

Non per essere le più brave ma per stare bene con noi stesse!

8.       a VIVERE IL QUI ED ORA, come in questo momento che assaporo la GIOIA di condividere tante mie emozioni, confidando che possano essere d’esempio e supporto a molte donne! 

 

 

 

Monica Ruocco – Business Coach – Formatrice Lavoro&Benessere – Commercialista e Revisore Contabile

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