Fai della mente la tua migliore alleata - Karakter Coaching School

Fai della mente la tua migliore alleata

Perché non ottengo i risultati che desidero? 

Capita frequentemente di porsi questo genere di domanda. Una domanda che può fornire utili risposte orientando la riflessione più sul “come” invece di soffermarsi troppo sul “perché”.

Sicuramente hai impiegato ogni mezzo a tua disposizione e nella migliore delle ipotesi hai messo in campo ogni azione possibile per realizzare il tuo obiettivo. Eppure avverti la sensazione di non arrivare mai al traguardo, lo stesso traguardo che altri magari hanno raggiunto percorrendo i tuoi stessi passi e talvolta con un minore dispendio di energie.

Che differenza c’è quindi tra te e gli altri?

La risposta più comune (e più comoda) è “sono stati più fortunati di me” oppure “si trovavano al posto giusto al momento giusto”. Per quanto sia evidente che sotto le opportune condizioni sia più facile arrivare alla meta, c’è un elemento più specifico che ti differenzia dagli altri: il tuo approccio mentale

Se biologicamente la struttura del cervello è comune a tutti, ciò che rende la tua mente unica è il modo in cui disponi i “mattoncini” che nel tempo hanno contribuito a renderti la persona che sei oggi e che sarai domani.

I mattoncini a disposizione sono uguali per tutti: puoi decidere se posizionarli uno accanto all’altro per formare una piattaforma ampia, confortevole ma non molto alta oppure impiegare la tua energia per disporli uno sull’altro per costruire un grattacielo e toccare la vetta. In entrambi i casi, è una tua scelta.

Sono appunto le tue scelte e le azioni concrete che contribuiscono giorno dopo giorno a plasmare la tua mente, che è una macchina meravigliosa ma con un “software” di base progettato, a meno di stimoli interni ed esterni, per risparmiare energia e non per consentire la realizzazione di obiettivi con il minimo sforzo.

Si tratta di una programmazione ancestrale che ha accompagnato l’uomo sin dalla sua comparsa e il cui unico obiettivo era quello di conservare le energie per fronteggiare i pericoli e consentire la sopravvivenza della specie. 

Oggi non abbiamo le stesse esigenze, non dobbiamo fuggire da animali pericolosi (quantomeno non dai dinosauri), non abbiamo la necessità di procacciare il cibo con fatica. E’ sufficiente avviare un’app sul nostro smartphone, selezionare ciò che desideriamo e attendere che ci venga recapitato. 

Di conseguenza, in linea puramente teorica, l’energia che in passato il nostro cervello impiegava per consentirci di arrivare sani e salvi a fine giornata, ai giorni nostri potrebbe essere utilizzata per realizzare ogni nostro desiderio. Il punto è che, malgrado millenni di evoluzione, l’istruzione principale del nostro software di base è rimasta a grandi linee immutata: spendere minore energia possibile.

Ed è un “mantra” che sperimentiamo ogni giorno visto che gran parte delle nostre azioni sono collegate ad abitudini ovvero a pensieri e azioni che, ripetute nel tempo, ad un certo punto diventano automatiche. Ed è proprio l’automatismo la modalità di lavoro preferita dal nostro cervello poiché consente l’attivazione della modalità “risparmio”.

Apparentemente sembra la situazione ideale. Tuttavia, come spesso accade, è utile osservare il medesimo concetto da prospettive diverse:

  • Le tue abitudini giornaliere sono davvero funzionali al tuo obiettivo? Se da una parte sono energicamente “economiche”, dall’altra è utile riflettere sul loro costo in termini di attenzione e tempo dedicato
  • Chiediti se le tue abitudini sono poco utili ma “innocue” oppure in qualche modo rappresentano dei freni (o delle comode giustificazioni) che impediscono la realizzazione del tuo obiettivo
  • Ipotizzando di avere delle “sane abitudini”, canalizzi l’energia risparmiata grazie ad esse verso azioni concrete ed efficaci per i tuoi obiettivi?

In sintesi, la cosa importante non è la quantità di energia a disposizione del nostro cervello ma come decidi di impiegarla e verso cosa. E’ un po’ come la variabile tempo: tutti abbiamo a disposizione lo stesso numero di ore eppure qualcuno riesce ad attribuire ad ogni singolo minuto un valore tale da migliorare la propria vita e quella degli altri. Dipende esclusivamente da te, dalla consapevolezza di ciò che vuoi realmente, dalle tue convinzioni, dai programmi interni che nel tempo hai consolidato.

Grazie a strumenti come la Programmazione Neuro Linguistica sei in grado di aggiornare il tuo software di base con una versione più evoluta ed efficace, in modo da focalizzare le tue energie verso ciò che è funzionale per te e contestualmente risolvere qualche “bug” introdotto lungo il cammino in maniera più o meno volontaria.

Dal momento che la Programmazione Neuro Linguistica è basata su un approccio concreto e pratico, ti propongo un primo passo per prendere consapevolezza delle tue abitudini: elenca le tue azioni giornaliere quotidiane e mettile a confronto con l’elenco delle competenze o risorse che reputi utili per il raggiungimento di un tuo obiettivo. Facendo un rapido bilancio, quanto tempo dedichi al primo elenco e quanto al secondo? Le tue abitudini sono compatibili o propedeutiche ai risultati che vuoi ottenere? Quali sarebbero i costi e quali i benefici nella tua vita se da domani decidessi di sottrarre del tempo alle tue comode e rassicuranti abitudini per dedicarlo all’acquisizione di una nuova competenza/risorsa funzionale al tuo obiettivo?

Decidere consapevolmente di apportare un cambiamento è l’abitudine principale per rendere la mente la tua migliore alleata. Non farti condizionare dal passato, tutte le azioni che hai compiuto hanno tracciato la via che ti ha condotto al punto in cui sei oggi. Tracciare la strada che percorrerai domani è la vera scelta coraggiosa.

Scrive Eckhart Tolle: “[…] Si può comunque scegliere di spezzare l’abitudine di accumulare e di perpetuare vecchie emozioni e non mantenere vive dentro di te situazioni o eventi del passato. Nulla è mai avvenuto nel passato che può impedire di essere presente adesso. E se il passato non può impedirti di essere presente adesso, che potere ha?”

Riccardo D’Urso

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